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| Sotto Traiano, nel 115 d.C., l'Impero romano conobbe la sua massima espansione. Il perimetro dei confini terrestri correva per oltre diecimila chilometri, quasi un quarto della circonferenza terrestre. L'Impero si estendeva dalla Scozia fino ai margini dell'Iran, e dal Sahara fino al Mare del Nord. Riuniva popolazioni diversissime, anche finicamente: dai biondi del Nordeuropa alle etnie meridionali, da quelle asiatiche a quelle nordafricane. Immaginate, oggi, di mettere assieme le popolazioni della Cina, degli Stati Uniti e della Russia: l'impero romano aveva una proporzione persino superiore alla popolazione mondiale di allora... E soprattutto riuniva ambienti diversissimi: camminando da un estremo all'altro avremmo incontrato mari gelidi con foche, immense foreste di abeti, praterie, vette innevate, grandi ghiacciai, e pochi laghi e fiumi, fino ad arrivare alle calde spiaggie mediterranee e ai vulcani della nostra penisola. Proseguendo, sulla riva opposta del Mare Nostrum ci saremmo trovati di fronte a sconfinati deserti di dune (il Sahara) e persino a barriere coralline, quelle del Mar Rosso. Nessun impero in tutta la storia ha incluso ambienti naturali cosi vari. Ovunque la lingua ufficiale era il latino, ovunque si pagava in sesterzi, ovunque la legge era una soltanto, quella romana. Curiosamente la popolazione di un impero così grande era relativamente poco numerosa: arrivava appena a cinquanta milioni di abitanti, quasi quanti ce ne sono oggi in Italia. Erano sparsi in una costellazione di piccoli villaggi, borghi, ville agricole isolate, distribuiti su un territorio immenso, come briciole sulla tovaglia, con all'improvviso grandi città. Oviamente tutti i centri erano collegati da un'efficacissima rete di strade, che copriva addirittura da ottanta a centomila chilometri, e che ancora oggi utilizziamo salendo in macchina. E' forse il monumento più grande e duraturo che i romani ci hanno lasciato. Ma appena al di fuori di queste strade, c'erano ancora enormi distese di natura intatta, con lupi, orsi, cervi, cinghiali...A noi, abituati alle distese di campi coltivati e ai capannoni industriali, tutto ciò avrebbe dato l'impressione di sterminati "parchi nazionali". A difesa di questo mondo c'erano le legioni, che stanzionavano nei punti più delicati dell'impero, quasi sempre lungo le frontiere, il famoso limes. Sotto traiano l'esercito contava centocinquantamila, forse centonovantamila uomini, inquadrati in una trentina di legioni dai nomi storici, come la trentesima Ulpia Victrix sul Reno, la seconda Adiutrix sul Danubio, la sedicesima Flavia Firma sull'Eufrate, non lontano dai confini con l'attuale Iraq. A questi legionari bisognava aggiungere gli ausiliari, cioè i soldati forniti dalle popolazioni de...Read the whole post... |
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